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Riciclo delle Terre rare dai nostri rifiuti elettronici: un tesoro, ma da estrarre nel modo giusto!

Cosa sono?

Le cosiddette “Terre rare”, elementi rari come il Neodimio, Gadolinio, Lutezio e altri sono essenziali nella produzione dei semiconduttori, transistor, condensatori, celle solari ed innumerevoli prodotti che hanno trovato una loro funzione nella nostra vita comune.

Queste terre rare sono presenti nei circuiti elettronici che gettiamo via, talvolta senza neppure valutarne l’importanza, insieme ad altri elementi costosi, come oro, argento, palladio e lo stesso, non banale nel prezzo, rame.


Riciclo Raee come fonte alternativa

In Italia nel 2021 sono state riciclate 385 mila tonnellate di rifiuti elettronici, circa 6,46 kg per cittadino italiano.

Questo ha portato ad una attiva industria di riciclaggio degli scarti elettronici, i cosiddetti RAEE, rifiuti elettronici speciali che, altrimenti sarebbero persi nell’ambiente. Un’industria importantissima perché, attraverso il riciclo dei RAEE, recuperiamo materiali strategici per i quali, attualmente, dipendiamo dall’estero.

Circa 80% della produzione grezza e 85% della capacità di raffinazione delle terre rare è in Cina, per cui, anche da un punto di vista della sicurezza economica, sarebbe utile averne una fonte alternativa. Per questo gli USA, in Canada, l’Australia e anche la UE stanno investendo nella loro estrazione e raffinazione, che comunque è costosa ed impattante.

Tecniche Alternative

Il problema è che spesso il riciclo di questi valori avviene con l’uso di sostanze pericolose, tossiche e inquinanti, come l’acido nitrico. Attualmente e però sono in sviluppo tecniche alternative:

In Sintesi

Quindi ricordiamoci di riciclare questi oggetti, anzi siano benvenute le politiche del “Riacquisto” dell’elettronica usata perché:

Fonte: ScenariEconomici


La tua azienda deve presentare il MUD e non sei sicuro di conoscere tutte le novità della versione 2022 del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale?

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 17 dicembre 2021, ora sono disponibili tutte le indicazioni necessarie per la compilazione.

Ecco tutto quello che c’è da sapere su modalità, obblighi e scadenze.

Cos’è il MUD e quando scade

Il MUD è una vera e propria dichiarazione dei rifiuti, che va presentata ogni anno, un po’ come si presenta la dichiarazione dei redditi al fisco. Anche quest’anno il Modello è articolato in diverse comunicazioni, che ogni soggetto obbligato deve presentare nei termini previsti: questi termini sono di 120 giorni dalla data di pubblicazione del DPCM, e perciò la scadenza sarà il 21 maggio 2022, concedendo qualche giorno in più rispetto ai termini usuali.

Le comunicazioni sono diverse, a seconda dei rifiuti che sono stati gestiti nel 2021 e del ruolo che si è ricoperto, dal semplice produttore al gestore di impianti. Più in dettaglio si parla di:

Consulenza MUD in trentino

Novità e modalità semplificate

Le maggiori novità di quest’anno riguardano gli operatori privati che raccolgono gli urbani in alternativa al servizio pubblico, secondo le modalità di scelta introdotte dall’articolo 198 comma 2bis del Dlgs 152/06 dal D.Lgs. 116/2020. Per i produttori, invece, le modalità sono sostanzialmente analoghe a quelle degli scorsi anni, ed è stata confermata la possibilità di presentare un MUD semplificato; questa modalità, lo ricordiamo, si applica quando ricorrano contemporaneamente tutte le seguenti condizioni:

MUD 2022 in trentino

La legge prevede che vada presentato un MUD per ogni unità locale: come regola generale una dichiarazione per ogni registro che si è tenuto nel corso dell’anno.

Hai bisogno di una consulenza per presentare il tuo MUD in modo sicuro?

Chiamaci al 0461 827574 o scrivici qui


Il Green New Deal è il programma di interventi per l’aumento della sostenibilità ambientale, l’efficientamento energetico e l’innovazione tecnologica.

Dal Ministero dello Sviluppo Economico arrivano due grandi iniziative a sostegno della transizione ecologica e digitale: da una parte ci sono agevolazioni finanziarie per gli investimenti industriali, dall’altra un pacchetto di misure per sostenere e rafforzare gli investimenti in startup e PMI innovative.

Ecco nel dettaglio tutti i fondi a disposizione:

Finanziamenti agevolati e contributi a fondo perduto per gli investimenti industriali

Ammontano a 750 milioni di euro le agevolazioni, a cui possono accedere le imprese di qualsiasi dimensione che svolgono attività industriali, agroindustriali, artigiane, di servizi all’industria e centri di ricerca. È quanto stabilito dal Decreto interministeriale 1 dicembre 2021 su progetti di ricerca, sviluppo e innovazione per la transizione ecologica e circolare negli ambiti del Green New Deal italiano

In quale ambito?

I prodotti elettrici sono spesso complessi e la tentazione di smaltirli senza lo sforzo di riciclarli è stata I progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale che possono essere presentati devono essere finalizzati alla realizzazione di nuovi prodotti, processi, servizi avendo chiari gli obiettivi di decarbonizzazione dell’economia, di economia circolare, di riduzione dell’uso della plastica e sostituzione della plastica con materiali alternativi, di rigenerazione urbana, di turismo sostenibile e di adattamento e mitigazione dei rischi sul territorio derivanti dal cambiamento climatico.

In che modo?

Possono essere presentati programmi - anche in forma congiunta tra loro – fermo restando un importo progettuale a carico di ciascuna impresa partecipante di valore non inferiore a 3 milioni di euro e non superiore a 40 milioni di euro. Per quanto riguarda l’arco temporale, i progetti devono avere una durata non inferiore a 12 mesi e non superiore a 36 mesi.

Per ulteriori informazioni, si rimanda al decreto ministeriale al link: https://cutt.ly/Decreto_Interministeriale

Sostenere e rafforzare le startup e le PMI innovative

Sempre a sostegno della transizione ecologica e digitale, il Mise ha messo in campo oltre 2,5 miliardi di euro di investimenti per sostenere e rafforzare le startup e le PMI innovative

A questo scopo, il dicastero ha assegnato le risorse a CDP Venture Capital Sgr, controllata al 70% dal Gruppo Cassa Depositi e Prestiti (CDP), che ha il compito di attirare nuovi investitori, nazionali ed internazionali, e far crescere il mercato del venture capital in Italia. CDP Venture Capital avrà quindi a disposizione i 2 miliardi di euro stanziati dal Ministero in attuazione al decreto Infrastrutture, a cui si aggiungeranno 550 milioni di risorse previste dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Altri 600 milioni saranno stanziati da parte di CDP e investitori terzi.

In quale ambito?

Fonte: Cobat.it


Oggi vi presentiamo una delle attività che svolgiamo nel nostro reparto Gestione dei Rifiuti: la #Raccolta Raee.

COSA SONO I RAEE?

RAEE è l’acronimo per “Rifiuti di Apparecchiature Elettriche Elettroniche” ovvero piccoli e grandi elettrodomestici ormai presenti in tutte le case. Frigoriferi, congelatori, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori d’aria, televisori, computer, lampadine sono gli esempi più comuni.

L’avanzare della tecnologia e la obsolescenza programmata dettata dal capitalismo ci inducono a cambiare gli apparecchi elettrici in tempi sempre più brevi. Le ultime ricerche ci dicono che il ciclo di vita di un elettrodomestico piccolo o grande che sia ha una durata che va dai 2 ai 5 anni.

Perché è cosi importante il Corretto Smaltimento dei RAEE?

I prodotti elettrici sono spesso complessi e la tentazione di smaltirli senza lo sforzo di riciclarli è stata consuetudine in passato. Due soni i fattori principali per cui la corretta gestione del rifiuto è fondamentale:

I cittadini possono iniziare il riciclo dei propri apparecchi portandoli al CRM di pertinenza. La Rigotti F.lli ritira e gestisce i raee provenienti da diverse discariche del Trentino, ciononostante offre un Servizio di Raccolta Raee per aziende e privati che hanno bisogno del trasporto di più oggetti.

Per maggiori informazioni scrivici qui

SAPEVI CHE …

Dal corretto smaltimento dei raee è possibile ottenere importanti quantità di materie prime come il rame, l’acciaio, l’alluminio o la plastica. Per esempio:

Con l’entrata in vigore nel 2016 del Decreto ‘Uno contro zero’ il governo italiano ha organizzato una filiera RAEE in grado di ottimizzare lo smaltimento corretto degli apparecchi elettrici. Questo decreto ha dato l’opportunità a tutti i cittadini di smaltire i raee senza sostenere alcun costo.

Ci auguriamo che ogni cittadino faccia tesoro di questa opportunità in modo da contribuire alla cura del nostro territorio.


Recupero-rame-in-trentino

Oggi vi presentiamo una delle attività che svolgiamo nel nostro reparto Recupero Rottami: il #RecuperoRame da #CaviElettrici

Se qualche volta avete provato la fatica di separare la plastica dalla carta per differenziare gli imballaggi provate a pensare quanto difficile possa essere separare il rame dai cavi!

Per poter fare fronte alle ingenti quantità di cavi da recuperare giornalmente servono attrezzature che per mezzo della triturazione riescano a separare il #Pvc dal #Rame.

Il nostro impianto di Trento ci permette di riciclare 15 quintali di cavi al giorno dai quali si riutilizzano sia il rame che il pvc.

Il riciclo del Rame in Europa

Secondo un rapporto del International Copper Study Group (ICSG) pubblicato nel 2012, il 44,8% del rame utilizzato in Europa proviene dal riciclo. Il dato rivela quanto il riciclo sia importante per il nostro fabbisogno di rame.
Questa situazione porta solo benefici: viene incontro alla nostra crescente domanda di metallo (+250% dal 1960), riduce l’impatto ambientale legato alla produzione e allo sfruttamento delle risorse, evita di aumentare il volume di rifiuti nelle discariche, incentiva il riciclo di altri materiali e garantisce la sua disponibilità per le generazioni future.

Per saperne di più vai all’articolo


Il PVC trova nuovi utilizzi

Riciclo-Pvc-Upcycling-Trentino

“PVC Upcycling” è un progetto pilota finalizzato al recupero delle componenti in PVC di cavi elettrici provenienti dallo smantellamento di impianti elettrici (de-manufacturing) e al loro riciclo in prodotti a basso impatto ambientale (re-manufacturing).

Il progetto riguarda cavi elettrici costituiti principalmente da metalli (rame e alluminio) e PVC, con l’obiettivo di riciclare le frazioni di plastica in potenziali materie prime seconde, macinato e granuli di PVC, e in nuove applicazioni di ingegneria civile.

Sono state studiate due diverse applicazioni: pavimentazioni urbane e malte cementizie rinforzate con compound di PVC proveniente da guaine protettive di cavi elettrici.

Per saperne di più vai all’articolo

Pochi anni prima dello sviluppo dell’attuale pandemia, durante lo svolgimento di un congresso politico diversi delegati espressero le loro preoccupazioni rispetto ai problemi legati da una parte all’inquinamento, dall’altra alla scarsità di risorse del nostro pianeta per far fronte sia all’incremento demografico sia all’aumento dei consumi per una parte rilevante delle nazioni in sviluppo.

Nessuno fu in grado di proporre una strategia risolutiva anche per l’amara constatazione che presso i popoli del mondo la soluzione di quei problemi non fosse ancora percepita come necessaria per la vita dell’uomo sul nostro pianeta.

Ebbene oggi sembra che finalmente la quasi totalità dell’umanità si sia resa conto, nonostante la pandemia in atto ancora da debellare, della necessità di mantenere abitabile la terra per gli esseri umani.

Le iniziative intraviste come possibili soluzioni al problema stanno cominciando ad essere implementate quasi ovunque, basti pensare ad esempio che lo stato cinese, pur tra i maggiori inquinanti al mondo, oggi è però anche il maggior produttore di auto elettriche, basta ricordarsi che mentre per anni il mondo occidentale non si è preoccupato di individuare e produrre batterie di nuova generazione necessarie per la mobilità sostenibile ma anche per lo stoccaggio dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, oggi finalmente si è dato obbiettivi ambiziosi di ricerca e produzione e l’economia circolare, una volta relegata a poche filiere di prodotti, oggi è ormai un imperativo per tutta la filiera dei beni sia di consumo che strumentali.

Cobat, pioniere da più di trent’anni dell’economia circolare, ha intercettato per tempo la necessità di accompagnare con nuove iniziative le esigenze che per la prima volta si manifestano nella nostra società.

Cobat anticipando i tempi ha compreso per tempo che non bastava più semplicemente ottimizzare i propri processi logistici ed industriali ma che bisognava affrontare i problemi con una filosofia più attenta all’uomo e alla sua cultura per risvegliarne la capacità di diventare attore consapevole di un nuovo sviluppo.

Sono così state create tutta una serie di iniziative destinate ad accompagnare e sostenere tutti coloro che in qualche modo sono impegnati con Cobat nella costruzione di una società in grado di garantire all’intera comunità umana un futuro degno di essere vissuto in un ambiente confortevole.

È un orgoglio per tutti i collaboratori di Cobat essere stati capaci di individuare i nuovi bisogni che uomini e donne devono affrontare nel cercare di realizzare un mondo nuovo, e certamente la capacità dimostrata permetterà alla organizzazione Cobat di essere vincente sui mercati ma soprattutto di essere un compagno affidabile per concretizzare un futuro rispettoso della vita.

Fonte: Cobat.it

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